Podere il Giangio, sulle colline che dominano il bacino di Gambellara. Il terreno, caratterizzato da una leggera acidità, una tessitura sabbiosa e un ricco contenuto di minerali, si è originato nel corso dei secoli attraverso l'alterazione di rocce vulcaniche. La ridotta fertilità del substrato permette alle viti di mantenere un equilibrio naturale tra vegetazione e produzione. SISTEMA DI ALLEVAMENTO: La pergola veronese. DENSITÀ DELLE PIANTE: 3.000 viti per ettaro (1.215 per acro). L'età media delle viti è di 16 anni. RESA: 60 quintali di uva per ettaro (2,67 tonnellate per ettaro). VINIFICAZIONE E AFFINAMENTO: Dopo la vendemmia, le uve vengono sottoposte ad appassimento per 4 mesi in appositi locali asciutti e ventilati. La fermentazione delle uve appassite dopo la pressatura avviene a una temperatura controllata di 18° C. La maturazione si effettua in botti di rovere dell'Allier da 7 ettolitri per 10 mesi ed è seguita da altri 12 mesi di affinamento in bottiglia. Gradazione alcolica 14% vol.
Il Greco di Tufo è una delle poche varietà bianche ad avere un’alta propensione all’invecchiamento. Questo antico e prestigioso vitigno è stato portato nella provincia di Avellino dai Pelagi, dalla Tessaglia in Grecia, nel primo secolo avanti Cristo.
L'azienda Toso è situata nella Valle del Belbo, là dove si affacciano le più alte colline delle Langhe e il Moscato diventa il vitigno più amato e rappresentativo. Alla produzione di spumanti e vini classici e tradizionali del basso Piemonte, si affianca quella di vermouth e liquori.
Questo Verdicchio di Matelica DOC nasce da alcuni vigneti situati in zona collinare con ottima esposizione dove le particolari condizioni climatiche favoriscono la loro conduzione biologica.
Nel 1972 Giovanni Tombolini crea il marchio Castelfiora, dal nome della sua amatissima moglie Fiora e l'immagine del Torrione dell'Albornoz (XIV sec.) di proprietà della famiglia e simbolo di Staffolo.
Storicamente un vitigno utilizzato per la sua acidità e la sua produttività, il Carricante è probabilmente oggi una delle varietà più interessanti e dalle diverse sfaccettature ancora da scoprire. Mineralità, note sulfuree, sentori di idrocarburi, anche in annate giovani. È espressione della verticalità dei vini del Vulcano. Un vino che riflette la natura del territorio da cui proviene, l’Etna.
ll nome della Falanghina deriva probabilmente dall’uso dei pali detti “falange” che sin dall’antichità venivano usati per sostenere le viti. Pur avendo testimonianze scritte solo a partire da metà Ottocento, gli esperti sostengono si tratti di un vitigno contemporaneo rispetto al Fiano e al Greco che invece risalgono al I secolo a.C.
Alla vista si presenta giallo paglierino luminoso. Al naso si esprime con profumi di albicocca, pesca e bergamotto, accompagnati da note floreali di biancospino e camomilla, con un tocco di pepe bianco e spezie dolciastre. Al palato risulta vivace, fresco e sapido, con un piacevole ritorno di agrumi e sfumature minerali.