Il Fiano è un vitigno dalle antiche origini che risalgono ai tempi dei romani. Dopo il periodo difficile degli anni Sessanta, durante il quale si è rischiato di perdere il patrimonio antico delle varietà autoctone della provincia, il lavoro caparbio di Antonio Mastroberardino ha riportato il Fiano tra i vitigni più coltivati in provincia di Avellino, generando entusiasmo per la coltivazione anche fuori della regione. Grazie alle sostenute acidità si esprime con numerose sfaccettature con un fascino irresistibile negli anni.
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Fiano di Avellino 100%. Le tenute di Manocalzati e Montefalcione si trovano in prevalenza su terreni a medio impasto e sciolti con un’esposizione a Sud-Est in media a 400 m.s.l.m. Il sistema di allevamento è la spalliera con potatura a guyot con una densità di impianto di 3.000 ceppi/ha di media e una resa di circa 70 q/ha e circa 2,3 kg/ceppo. ETA’ DEL VIGNETO: In media 15 anni. PERIODO E SISTEMA DI RACCOLTA: Prima metà di ottobre, raccolta manuale. Vinificazione classica in bianco in serbatoi di acciaio a temperatura controllata. Affina in serbatoi di acciaio per 9 mesi e in bottiglia per più di 4 anni. IL COLORE: Giallo paglierino. IL PROFUMO: Delicato, con sentori di frutta fresca, mandorla, nocciola, fiori bianchi, agrumi, erbe aromatiche e fiori appassiti. IL SAPORE: Delicato, corposo, con evidenti note floreali. ABBINAMENTI: Minestre, frutti di mare, formaggi freschi, mozzarella di bufala. Piatti a base di legumi, frutti di mare, e sughi di pesce. Carni bianche, crostacei, salmone, tonno. ATTITUDINE ALL’INVECCHIAMENTO: 15 anni e oltre. TEMPERATURA DI SERVIZIO: 12 – 14 °C
Simbolo della nobile tradizione vitivinicola abruzzese, il Trebbiano d’Abruzzo trova nell’affinamento in barrique di rovere francese la palestra ideale per sviluppare personalità e carattere. Dai vigneti di Bucchianico, ai piedi di maestosi calanchi, si ottengono vini di grande equilibrio e concentrazione, grazie all’alta densità d’impianto e alla bassissima resa per ettaro, alla raccolta manuale e alla macerazione a basse temperature
La fermentazione e il lungo affinamento in piccole botti di rovere sono la particolarità di questo vino bianco, prodotto in quantità limitata. Il suo aroma è ampio e intenso con accenni agrumati e speziati, il suo colore è giallo luminoso. Al palato è sapido, equilibrato e di ottima struttura e persistenza. Lo si può assaporare al meglio se abbinato a pietanze a base di pesce, frutti di mare, crostacei, ad altri piatti con salse delicate e a formaggi freschi e leggeri.
Colore giallo paglierino con riflessi verdolini. Al profumo è diretto con note di frutta fresca agrumate. Vino dal grande equilibrio gustativo con finale acidulo che lo rende vivace e piacevole.
Nel 1972 Giovanni Tombolini crea il marchio Castelfiora, dal nome della sua amatissima moglie Fiora e l'immagine del Torrione dell'Albornoz (XIV sec.) di proprietà della famiglia e simbolo di Staffolo.
Vino da uve Grillo, dal bouquet generoso e ampio, dai sentori floreali ed agrumati che richiamano gli odori e i sapori tipici della terra in cui questo vitigno è coltivato.
Chardonnay Pietrabianca, che prende il nome dalla particolare conformazione del suolo in cui la vite affonda le sue radici: intenso ed elegante, caldo come il sud ma lineare come il nord; ciliegina sulla torta: vino biologico.
Dalla volonta' di continuare a riscoprire il legame con le proprie radici nasce questo vino che prende il nome da una antica misura: sessantapassi, che corrisponde alla larghezza del tratturo che attraversa i vigneti Marramiero.
Da uve Cortese 100% coltivate su un terreno argilloso chiaro.Qu esto vino dal colore giallo paglierino, ha i profumi floreali e fruttati del fiore di ginestra, della pesca noce e dell’albicocca..
Bramito nasce dai vigneti dell’antico Castello del Castello della Sala. Un varietà, lo Chardonnay, che trova in questo particolare terroir, un suolo derivante da sedimenti fossili con infiltrazioni d’argilla, un’espressione dalla spiccata mineralità ed eleganz
Il Fiano è un vitigno dalle antiche origini che risalgono ai tempi dei romani. Dopo il periodo difficile degli anni Sessanta, durante il quale si è rischiato di perdere il patrimonio antico delle varietà autoctone della provincia, il lavoro caparbio di Antonio Mastroberardino ha riportato il Fiano tra i vitigni più coltivati in provincia di Avellino, generando entusiasmo per la coltivazione anche fuori della regione. Grazie alle sostenute acidità si esprime con numerose sfaccettature con un fascino irresistibile negli anni.