ll nome della Falanghina deriva probabilmente dall’uso dei pali detti “falange” che sin dall’antichità venivano usati per sostenere le viti. Pur avendo testimonianze scritte solo a partire da metà Ottocento, gli esperti sostengono si tratti di un vitigno contemporaneo rispetto al Fiano e al Greco che invece risalgono al I secolo a.C.
Metodo Classico Pas Dosè. Raccolta precoce delle uve e pigiatura immediata in pressa a polmone con utilizzo del mosto di sgrondo ad una resa massima del 45/50% e successiva decantazione, travaso e fermentazione a temperatura controllata. Tiraggio con inoculo di lieviti selezionati e successiva presa di spuma. Immersione sui fondali marini delle bottiglie contenute in gabbie metalliche alla profondità di 60 metri circa (ambiente a temperatura costante di 15°) per la durata di circa 24 mesi. Riemersione delle bottiglie, messa in punta, sboccatura e ricolmatura con l’utilizzo dello stesso spumante senza alcuna immissione di dosaggi zuccherini.
Questo vino bianco Costa d’Amalfi nasce da un sapiente assemblaggio fra i due vitigni autoctoni a bacca bianca largamente coltivati all’interno dei confini regionali della Campania, Falanghina e Biancolella.
E’ un vino da tutto pasto. Tuttavia si accosta in modo eccellente con antipasti delicati, salumi speziati, uova, minestre e zuppe, primi e risotti asciutti, tortellini e ravioli di magro in brodo, paste asciutte condite con formaggi, pollame, carni bianche, carni grigliate, formaggi freschi e semi stagionati.